La valutazione istantanea dell’energia termica emessa per irraggiamento da una superficie attraverso particolari sensori consente di effettuare indirettamente una mappatura della temperatura superficiale. Scopo dell’indagine termografica è proprio quello di valutare le temperature superficiali delle pareti e, sulla base di queste informazioni che sono rese in formato digitale con immagini bidimensionali, comprendere se in determinati punti della struttura si verificano delle situazioni particolari.
La termografia riveste un ruolo essenziale nelle indagini non distruttive e nel settore del risparmio energetico trova una sempre più larga diffusione anche nella diagnostica degli edifici. I fattori di successo di questa tecnica sono dovuti all’innovazione tecnologica degli strumenti e, non ultimo, ai costi delle apparecchiature che diventano anno dopo anno sempre più accessibili.
In commercio esistono diversi modelli di termocamera con differenti tipologie di sensori. Generalmente per avere delle buone analisi è consigliabile utilizzarne una con una risoluzione minima di 160×120 pixel, dove l’edifico può essere “fotografato” nella sua interezza a distanze contenute. Una risoluzione maggiore consente ovviamente di avere una immagine con un maggiore dettaglio anche quando la superficie, è proprio il caso degli edifici, è particolarmente estesa.
Le immagini IR sono ricavate da piastre sensibili allo spettro dell’infrarosso e sono formate da un determinato numero di sensori che vanno a disegnare una matrice, i segnalivengono poi convertiti formando l’immagine visibile sul display o nell’oculare della termocamera.
In funzione delle analisi da svolgere, l’operatore potrà poi andare a sostituire le ottiche e scegliere se utilizzare teleobbiettivi o grandangolari. Il parametro più importante da impostare correttamente è l’emissività dell’oggetto su cui si interviene con l’analisi termografica, normalmente gli oggetti presentano emissività che vanno approssivativamente da 0,1 a 0,95. L’emissività di una superficie molto lucida (specchio) scende sotto 0,1, mentre una superficie ossidata o pitturata ha un’emmissività molto maggiore. Vernici a olio, senza colore nello spettro visibile, hanno un’emissività sopra 0,9 nell’IR. La pelle umana ha un’emissività vicina a 1.
Le applicazioni della termografia sono le più varie:
in edilizia
- analisi delle facciate nel periodo invernale per individuare le zone di massima dispersione di calore e nel periodo estivo per la verifica dei distacchi d’intonaco;
- analisi e verifica ponti termici e variazioni murarie;
- analisi e verifica superfici trasparenti verticali;
- rilevamento dell’umidità nelle murature, l’individuazione di distacchi su affreschi, mosaici e intonaci, lo studio composizionale di murature antiche e moderne, nonchè il rilievo delle superfici maggiormente a rischio per fattori microclimatici (per queste problematiche visita il sito www.technoumido.it);
- refrattarietà e isolamento scarsi;
- tubazioni (dispersione della linea di distribuzione del vapore, serpentine, ecc…);
- infiltrazioni d’acqua;
nel campo elettrico
- fotovoltaico (hot-spots, ombreggiamenti, celle, moduli o serie malfunzionanti, errori di cablaggio, ecc…);
- componenti elettrici guasti;
- punti di falsi contatti nei quadri elettrici;
- rilevamento difetti su linee di alta tensione;
in macchina per la verifica di componenti meccanici surriscaldati.
Nelle sue applicazioni in edilizia, la termografia è uno strumento usato anche per la valutazione delle diverse tipologie di strutture trasparenti verticali presenti negli edifici. In questo caso si rivela uno strumento utiler soprattutto per la verifica in opera dell’installazione di serramenti bassoemissivi, altrimenti non riconoscibili a occhio nudo.
Consente inoltre, in fase di diagnosi, di riconoscere le zone di massima dispersione energetica, di tracciare le colonne e le posizioni dei terinali scaldanti, ma, soprattutto, di rivelare le diverse tipologie di involucro e i ponti termici.
La diagnosi termografica costituisce sicuramente uno strumento utile per chi si occupa di diagnostica energetica degli edifici e non solo.
La termocamera è uno strumento interessante e talora indispensabile per alcune applicazioni. Interessante è l’abbinamento tra la termocamera (strumento che restituisce una informazione in modo istantaneo) e altri strumenti, come per esempio, il termoflussimetro che, al contrario, restituisce valori precisi dell’informazione rilevata ma con tempi molto più lunghi.
Nel caso non si possano effettuare analisi distruttive, come carotaggi, per valutare la corretta stratigrafia della parete, l’abbinamento dei due strumenti può essere uno combinazione vincente in quanto la termocamera ha la funzione di fornire elementi per una corretta valutazione dei punti sui quali è più conveniente applicare i sensori di temperatura.
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Qualità6
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Giudizio complessivo9